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Definire quale sia lo Champagne “migliore” risulta alquanto difficoltoso! Individuare la maison migliore e, sicuramente la più bella, è aspetto meno arduo: Louis Roederer. Lo è per tutta una serie di motivi che la rendono unica sin dalla sua fondazione.

Lo Champagne più rappresentativo prodotto da Louis Roederer è il Cristal: uno Champagne tanto eccellente da aver ottenuto la valutazione di 100/100 nella Guida Lupetti, uno dei cinque più importanti critici di Champagne al mondo.

Vogliamo condividere con voi tutte le nostre conoscenze sullo Champagne più premiato al mondo e, in particolare, sulle differenze tra l’annata del 2008 e quella del 2012.

Cristal 2008

Come tutti i Cristal, nasce dalla rigorosa selezione delle migliori parcelle di proprietà.
In questo caso, fermentazione del 20% dei mosti in legno e, caso piuttosto raro, una parte di malolattica* svolta.

Mai uno Champagne al debutto aveva raggiunto la perfezione, quindi la massima valutazione.
Il Cristal 2008 ci è invece riuscito. 

Cristal 2012

Dopo il Cristal 2008 vengono saltate le annate 2010 e 2011 per arrivare al 2012. 35 parcelle selezionate, con una presenza di più del 50% di uve bio.

La vinificazione è avvenuta per 32% in legno e la malolattica non è stata svolta.

Abbiamo nuovamente la valutazione massima di 100/100 da parte di Alberto Lupetti!

Da un lato la tradizione (Cristal 2008), dall’altro l’innovazione (Cristal 2012): la scelta tra le due eccellenze diventa solo questione di gusto!

Se il Cristal 2008 era eccellente per impatto, il 2012 ti porta piano piano a scoprire questa eccellenza.

*La fermentazione malolattica non è una vera e propria fermentazione, ma una “conversione” grazie alla quale si ottiene un vino più gentile e morbido. Uno dei momenti più delicati consiste nel mantenere stabile il vino, problema che si presenta dopo la fermentazione alcolica: in questa fase, infatti, il vino è molto fragile e soggetto a degenerazioni di varia natura che potrebbero alterarlo. I vini Roederer solitamente non svolgono la malolattica, anche per ragioni di tradizione, ma la qualità delle uve alla base permette di avere un acido malico meno aggressivo.