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Il territorio di produzione

Tra i rilievi prealpini che la proteggono a nord e le distese meridionali in cui la vista si apre fino alla laguna di Venezia, sorge la piccola località di Santo Stefano. Frazione viticola per tradizione ed eccellenza, è uno dei borghi che costituiscono la Valdobbiadene; un’oasi di serenità in cui la terra, il sole e la sapienza contadina collaborano alla produzione di uva e vino di una qualità senza eguali.

Qui infatti il terreno, affiorato dai fondali marini, porta con sé una buona quantità di microelementi che poi donano al vino una straordinaria e ben bilanciata sapidità; il sole e il vento benedicono i pendii delle Rive tutto l’anno; le montagne riparano dal gelo invernale e dalla calura di agosto; i pochi abitanti concorrono tutti assieme, come in un’unica cantina diffusa, a creare la cosiddetta “qualità Santo Stefano”.

Tra i pendii di queste Rive sorge la piccola azienda Alessandro Bortolin. Piccola per le dimensioni del vecchio podere trasformato in cantina e per il numero di collaboratori, ma grandissima se guardiamo alla qualità del suo Prosecco che tra poco rientrerà nella denominazione DOCG Le Rive.

I suoi vigneti “eroici” sorgono infatti su terreni scoscesi e ripidi, così difficili da coltivare che la vendemmia può essere effettuata solo manualmente e in condizioni ostiche, se si pensa che in alcuni punti la pendenza è addirittura del 70%. Un sacrificio che si è pronti a compiere, quando si vuole ottenere un Prosecco di eccezionale qualità. Proprio questo obiettivo ha spinto la famiglia Bortolin a ideare un sistema di teleferiche per agevolare la raccolta in vigna, come si può vedere qui: http://www.alessandrobortolin.com/vendemmia-alessandro-bortolin-2016/

La cantina Alessandro Bortolin

Alessandro Bortolin è venuto a farci visita circa un mese fa e i suoi vini ci hanno letteralmente conquistato. In una scala verso la dolcezza, abbiamo degustato il Prosecco Superiore Valdobbiadene DOCG Brut, l’Extra Dry e infine il Millesimato Dry: diversi per residuo zuccherino e sentori richiamati, ci hanno sorpreso con una struttura quasi impossibile da trovare in un Prosecco. Eppure…

Abbinamenti

Inutile dire che abbiamo inserito tutti e tre nella nostra esposizione, l’avrete immaginato. Ora tocca a voi darci il vostro parere! Di che Prosecco siete: preferite il robusto Brut da abbinare a scaglie di Parmigiano o pesce e crostacei, l’amichevole Extra Dry dai sentori di mela acerba, agrumi e fiori di campo da accompagnare a una frittura in un aperitivo oppure l’intensità del Millesimato Dry che ci ricorda la pera matura e ben si sposa con i piatti freschi dell’estate